19 Gennaio 2023

Arieto e polenta con zucca, porcini e stracchino

Poche altre immagini sanno richiamare l’idea di forza, di vigore, quanto è capace di farlo la figura dell’ariete.

Ecco perché lo stesso ariete è il simbolo di uno stile birrario tedesco, quello delle Bock, il cui nome vuol dire esattamente “muflone”, “montone”: perché il tratto identificativo di tali prodotti è quello dello slancio etilico, registrato su valori che vanno mediamente dai 6 ai 7 gradi, abbondanti in entrambi i casi.

Inevitabile che “Il Forte”, volendosi cimentare con la tipologia di cui si parla, scegliesse di attingere da questo “paniere semantico”, straordinariamente evocativo, per imporre il battesimo alla propria “creatura”; e così, la nostra versione di Bockbier, l’abbiamo chiamata “Arieto”, a sottolineare appunto le sue doti di baldanza e di potenza.

Tecnicamente parlando, si tratta di una Lager: di un prodotto cioè a bassa fermentazione; alla cui costruzione organolettica il lievito non apporta contenuti significativi. Anzi, il profilo fermentativo è rigorosamente pulito: a dettare la caratterizzazione sensoriale sono malti e luppoli. Dal lavoro della nostra sala cotte esce un bicchiere dal caldo colore ambrato, dai profumi tostati (nocciola, biscotto) ma anche fruttati (nettarina, litchi), dal gusto dolceamaro, equilibrato grazie anche al contributo della sua spalla alcolica, tarata sul 6.3%. Una sorsata da godersi, certo, in diversi momenti dell’anno: ma tanto meglio quando l’aria sia “freschina”; e dunque in accompagnamento a piatti che sappiano confortare il palato, e il corpo intero, con un po’ di calore.

Un’idea? Ecco qua: “pizza” di polenta farcita con zucca, porcini e stracchino. Ai fornelli non c’è da ammattire, alla fine: si prepara in una mezz’ora o poco più.
Anzitutto, si scioglie la farina di mais in acqua calda e, impastata la polenta, la si stende (formando uno strato di certa consistenza) su un foglio di carta forno, lasciandola raffreddare e rassodare.
Quindi, mano a due padelle: la prima per saltare la zucca (tagliata a fettine) con extravergine, sale e pepe; la seconda per soffriggervi i porcini su un fondo d’olio, aglio e cipolla. Infine, con i due ingredienti (ortaggio e fungo) così approntati, si cosparge il “crostone” di polenta completandone la guarnitura con dei tocchetti di stracchino, prima di passare il tutto in forno, a 180 °C circa, per una ventina di minuti.

Al palato il boccone si presenta discretamente dotato in grassi e decisamente ben equipaggiato in amidi: una filigrana pastosa, sicuramente, ma niente che la nostra Bock (con la sua gradazione e la sua bollicina vivace) non sia in grado di massaggiare e sciogliere. Inoltre la nostra pizza rivela appena un filo di sapidità; spiccando, piuttosto, per un amalgama dolceamaro che riprende, giusto giusto, il tono gustativo della birra.

Per chiudere, le corrispondenze olfattive: tostature nel piatto (apportate dalle farie vasi di cottura) e tostature nel bicchiere, a generare, nella sequenza morso-sorso, quella continuità odorosa che tanto gradimento riscuote sul banco d’assaggio. “Arieto” e pizza di polenta: un pieno di energia!