22 Novembre 2022

Abbinamenti da “collezione autunno-inverno”: ravioli alle castagne e Arieto

Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. Quando il clima si fa più… freschino, dalla cucina arrivano piatti e bevute che esprimono calore.

La premessa ad hoc per convocare in tavola la nostra Arieto: un’etichetta fisiologicamente stagionale, ispirata alla tipologia tedesca delle Bock (basse fermentazioni di medio-alta gradazione alcolica: 6.3% n questo caso), ma interpretata in versione Hoppy. Con in più, cioè, il tocco di personalizzazione dato da una luppolatura di maggiore incisività rispetto agli standard di “genere”; e affidata, per giunta, a un luppolo modernista di ascendenza americana: lo sperimentale HBC 586 (il nome commerciale definitivo è ancora da impartire), applicato nel processo produttivo in regime monovarietale.

Risultato? Una birra dal colore ambrato, dall’aspetto pulito e dalla schiuma avorio; i cui aromi richiamano note quali biscotto e nocciola, ma anche erba tagliata e leggere polposità fruttate (nettarina, litchi); e il cui palato presenta una corporatura muscolare ma non pesante, un’effervescenza fine, un finale asciutto e una tendenza gustativa dolce ben bilanciata da un’amaricatura nitida nel tratto, per quanto moderata nell’intensità. Insomma, una sorsata – appunto – adatta ai mesi in cui l’aria può essere più frizzante. Ebbene, se con il bicchiere siamo “serviti”, non resta che trovare una portata idonea a fargli da “compagna di pasto”.

In tal senso ci siamo orientati su un primo: dei ravioli alle castagne. In sintesi si tratta di questo: per la realizzazione dei fagottini ci si affida alla pasta all’uovo; per la guarnitura si appronta una crema di tomino (o altro formaggio fresco, non sapido) sciolto con extravergine e latte; per la farcitura si prepara un composto di marroni cotti in forno (e poi tritati) amalgamati con ricotta vaccina.
Se ne ottiene un boccone dotato di consistenza tenera, tuttavia non certo impalpabile (di pari caratura, in sintesi, rispetto allo “spessore” della birra); e provvisto di una frazione grassa non trascurabile (ma che viene ben fluidificata dal combinato bolla-gradazione espresso dalla Areto). Inoltre il raviolo manifesta una condotta gustativa dolce-amara che ricalca armonicamente il tracciato di questa Bock; e un orientamento olfattivo in cui la castagna riprende e asseconda le tostature attorno alle quali verte il naso della nostra “pinta”.

Qualche rischio nell’abbinamento? Nessuno… Se non quello di chiedere, dopo il primo “giro”, un’altra porzione e un altro calice!